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FILMI ITALIANE

COMPAGNIA DELLE DONNE

La Calabria e le sue Donne

Ideazione e regia Angelica Artemisia Pedatella

COMPAGNIA DELLE DONNE

"La Calabria e le sue Donne"

Ideazione e regia Angelica Artemisia Pedatella

Concept

Celebrare le grandi donne della Calabria significa celebrare anche le terra che le ha generate. Questa terra, infatti, ha dato i natali a donne che ne hanno portato il nome alto per il mondo con il loro operare e con l’autorevolezza della propria figura, rispecchiando i valori che da essa hanno appreso. Il progetto Compagnia delle Donne intende raccontare la relazione tra queste donne ed il territorio attraverso tre cortometraggi che raccontano il messaggio umano e morale loro associato.

 

Si tratta di:

Concetta Pontorieri, la prima donna laureata di Calabria, originaria di Rombiolo (VV) di cui ricorre proprio nel 2021 il centenario della laurea;

Natuzza Evolo, la mistica miracolosa, originaria di Melito (VV), che è un simbolo di spiritualità nel mondo;

Amalia Bruni, la scienziata calabrese di livello internazionale, originaria di Lamezia Terme (CZ), che ha scoperto il gene dell’Alzheimer.

Ad ognuna di loro è legato un messaggio per la crescita morale e umana della Calabria.

Quei valori di cui le tre donne scelte sono portatrici rappresentano messaggi che vanno mantenuti vivi e rappresentano il tripode della cultura vera: Arte, Spirito, Scienza.

Nessuno di questi aspetti, infatti, può da solo garantire la crescita della società, ma tutti e tre concorrono insieme a garantire quel benessere e quella civiltà che oggi più che mai devono garantire la rinascita della Calabria e del Sud in generale.

Di seguito si presentano le sinossi dei video con il titolo affidato a ciascuna personalità e una breve descrizione delle motivazioni:

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Concetta Pontorieri – “Le ragioni del Cuore”

La figura della Pontorieri racchiude un messaggio fondamentale per le giovani generazioni e anche per la società tutta. Nella celebre frase pronunciata dalla madre: girau, girau e nu sonatori ‘i violinu si pigghiau!, è concentrato il dramma che sta vivendo la nostra società ma anche il messaggio di speranza necessario ad affrontare il futuro.

La predisposizione alle arti, pur essendo stato nei secoli scorsi lo strumento che ha reso l’Italia patrimonio internazionale, oggi viene scoraggiata a favore di attività che uniscono al minor pregio l’idea di un benessere più facilmente raggiungibile. Questa idea impoverisce drammaticamente non solo il nostro territorio ma, più in generale, tutto il Paese. La figura della Pontorieri rappresenta quindi a tutti gli effetti un modello attualissimo che invia un messaggio fondamentale con il proprio operato e la propria vita: scelse di studiare, nonostante fosse ostacolata nel suo percorso, e scelse di sposare un musicista! Suscitando ancora una volta scandalo per la sua vita che sembrava così anticonformista. In realtà, la Pontorieri scelse sempre di seguire le vie del cuore e per questo ebbe successo, portando valore alla sua terra.

Intendiamo celebrare in questo senso la sua figura che, a cento anni dalla sua laurea, rappresenta più che mai oggi un monito per il futuro, la necessità di non abbandonare le proprie aspirazioni, ma perseguirle con determinazione, impegno e caparbia.


Non esistono professioni giuste o sbagliate, esistono professioni che apportano valore a se stessi e agli altri o non lo fanno.

Il lavoro videografico si presenta sotto forma di un videoclip che unisce momenti di narrazione ad una interpretazione innovativa del brano tradizionale Riturnella che richiama l’architettura tipica di Rombiolo, dalle forme tondeggianti, e il volo della rondine che torna al nido periodicamente. La sceneggiatura si concentra sui due momenti fondamentali dell’esistenza della Pontorieri: la sua scelta di studiare e l’incontro con il suo grande amore, il violinista Boris Arghilov.

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Natuzza Evolo – “La Terra dei Miracoli”

La figura della Evolo racchiude il fondamentale messaggio che si può vivere una vita normale pur rivestendo un ruolo straordinario per la comunità. La spiritualità vera è infatti dimostrare una vita virtuosa e aiutare gli altri ad averne una altrettanto bella e piena, essere un servizio agli altri, impegno che Natuzza portò fino fondo in comunione con una fede straordinaria e dotata di carismi che hanno permesso di comprendere fino in fondo il principio evangelico: ama il prossimo tuo come te stesso, fondamento di ogni società umana sana e salda.

Questo è un messaggio di civismo. A questo si unisce la capacità di scoprire bellezza ovunque, anche nei luoghi meno conosciuti: è la bellezza il principio vero della spiritualità. Così un luogo sconosciuto come la frazione di Paravati nel Comune di Mileto è diventata meta del grande Santuario e di un pellegrinaggio continuo. La realizzazione del cortometraggio rappresenta la ricerca del miracolo che avviene nella semplicità del quotidiano da parte di una donna aspra, una docente di musica che si ritrova a Mileto per uno stage e viene viene trascinata da una strana ragazzina in un viaggio tra i luoghi verso Paravati, dove sorge il Santuario di Natuzza.

Nella narrazione gli inserti di danza e la performance canora sottolineano l’interrelazione tra la realtà e il mondo onirico della protagonista. Al centro della sua avventura è il tema del pregare come atto di bellezza dovuto a Dio, al territorio, agli altri.

Il vero miracolo è la capacità di trasformarsi e ritrovare la bellezza perduta.

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Amalia Bruni – “Guardare oltre”

Amalia Bruni è un simbolo importante dell’attualità: è la donna che si è affermata a livello internazionale nella scienza, un ambito in cui spesso è stata la figura maschile ad emergere. Amalia Bruni rappresenta una scienza nuova ed umana, è portatrice di un messaggio fondamentale, vero valore della ricerca: la capacità di guardare oltre. La verità, infatti, non è mai un dato di fatto, ma frutto di una continua evoluzione e messa in discussione. La scienza, tema oggi più che mai sentito a livello globale, non fornisce verità precostituite ma è un dialogo continuo con le persone, alla ricerca di una redenzione. In questo senso, essa rappresenta una motivazione morale forte per le nuove generazioni. La ricerca scientifica in Calabria, in particolar modo, è un tema importantissimo legato al diritto alla salute e alla capacità di una intera comunità di lanciare e vincere le sfide per il futuro.

La sceneggiatura si articola con una struttura particolare, intersecando l’intervista alla Bruni con le diverse storie di malattia e guarigione raccontate con brevi tratti da personaggi che inizialmente vivono in un mondo oscuro, hanno gli occhi chiusi e volti lividi. Tristi e malvestiti, è solo quando hanno la capacità di aprire gli occhi che ritrovano la relazione tra di loro e sono in grado di guarire da ogni male. La loro evoluzione, accompagnata dalle parole della Bruni, è sostenuta dalla trasformazione di una ragazza che da prigioniera in un mondo buio, attraverso le note de La cura di Battiato, acquista una dimensione umana di libertà. Omaggio al grande maestro della canzone italiana, il cortometraggio celebra – attraverso le parole della Bruni – una ricerca medica che sia in grado di riconciliarsi con le persone e aprirsi in un mondo pieno di luce.

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